L’autobus passa subito, pochi minuti di viaggio e sono a scuola.
Come al solito tanti genitori salutano i figli all’entrata, creando un’affollata fila di auto che solo dopo pochi minuti si inizia a sbloccare..
Velocemente percorro la ripida salita e alle 8.02 entro a scuola. La bidella con occhi arrabbiati mi incita a muovermi ed io, salutandola con fare frettoloso, salgo rapidamente le scale e arrivo al secondo piano dove gli alunni delle altre classi aspettano i loro professori fuori dall’aula, li saluto e corro in classe. La professoressa non è ancora arrivata ed in classe c’è un gran movimento: alcuni compagni ripassano, altri parlano attaccati ai termosifoni, mentre le ragazze si divertono a scrivere e disegnare alla lavagna.
Neppure un minuto che l’incantesimo è finito: la professoressa è in classe e la lezione è già iniziata.
Tra appunti, esercizi e qualche battuta spiritosa, l’ora si conclude: credevo peggio, quest’argomento mi è proprio piaciuto!
Poi entra la bidella….sarà per il solito rimprovero di non lasciare le cartelline?
No…giornata fortunata ! anzi, molto fortunata…ci annuncia che manca il professore, quindi è venuta per dividerci nelle altre classi.
Io ed un’amica decidiamo di farci un giro per la scuola, pur sapendo di andare contro il regolamento.
Così, furtivamente, ci dirigiamo al primo piano, dove alcune classi stanno facendo lezione con le lavagne digitali, quindi decidiamo di andare in Aula Magna.
Con sorpresa vediamo che c’è una grande riunione tra genitori, insegnanti e perfino il preside; proprio quast’ultimo ci fa segno con l’indice di raggiungerlo.
“Stavolta è sospensione, sicuro!” penso ormai rassegnata.
“E’ finita, addio esami…” mi sussurra la compagna con la voce tremante di chi sa che il “dramma” non finirà lì, ma continuerà a casa quando bisognerà affrontare anche le ire di mamma e papà…
Invece no! Per magia, quello che sembrava il più certo dei rimproveri diventa un…invito!
Si, ci invita a raccontare e a parlare della nostra scuola davanti a tutti quei genitori.
Come potrei rifiutare? Tutti i ricordi, le esperienze passate…così inizio con un fare inaspettatamente spigliato ma soprattutto sincero:
“Cari genitori, in questa scuola sono cresciuta, lei ha visto crescere me, ed in un certo senso, anche io ho visto crescere lei…infatti appena arrivata, ancora la stavano sistemando un po’, ed ora si può davvero definire una struttura calda e accogliente.
E’ situata in un posto tranquillo e non troppo conosciuto, è frequentata da pochi alunni e quelli che ci sono, sono ben educati.
Anche le aule sono accoglienti, con cartelloni e carte geografiche.
La palestra è molto grande, ma per svolgere attività sportiva si può anche uscire: c’è una pista di atletica ed un campetto rosso.
Il locale che mi è sempre piaciuto di più però è questa aula Magna, forse perché porta il nome di una ragazza che ora non c’è più; la scuola ha chiamato questo auditorium Noemi proprio perché potessimo ricordarla per sempre.”
I genitori mi ascoltano attenti ed io non me la sento di nascondere e di tacere tutte quelle cose che non mi piacciono.
Così continuo: “Spero che quando i vostri figli guarderanno in alto non vedranno più gocce d’acqua che cadono dal soffitto raccolte con i secchi, spero che possano organizzare più gite di quelle che abbiamo fatto noi, e soprattutto, spero che la mensa diventi un luogo in cui mangiare cose davvero appetitose”.
Poi mi chiedono degli insegnanti. Guardo uno dei professori come per dire – ma posso riferire proprio tutto? –
Lui capisce al volo, mi risponde con un cenno della testa che suona così – Vai tranquilla! –
A questo punto ricomincio: “ Guardate, ne abbiamo di tutti i tipi: c’è quello serio, divertente, burlone, lunatico, attento, irascibile…ma una caratteristica che hanno tutti loro è la bontà.
C’è quella che ha sempre caldo, e anche se fuori è -30*, puntualmente apre le finestre e ci fa morire di freddo.
Poi c’è chi dà lezioni di vita, su come affrontare il futuro e le situazioni difficili, c’è chi dice tante volte okay, okay… e chi ride da solo alle proprie battute…ma a tutti sono e rimarrò affezionata perché tutti loro lavorano seriamente per noi e per farci crescere nel migliore dei modi.”
La campanella interrompe il mio monologo ed il preside dice che può bastare così, che sono stata brava e sincera.
Saluto augurando un buon anno scolastico a tutti quei genitori e dicendo che mi dispiacerà non poter conoscere i loro figli visto che io non ci sarò, o meglio, starò… chissà…in un’altra aula, su un altro banco, tra altri visi, tra altre voci…
Mentre sto per uscire dall’Aula Magna, il preside esclama: “dimenticavo…ringrazia l’insegnante che ti ha fatto scendere…”
Cosa? Insegnante? Scendere?
Era una semplice ora di buco e invece… ecco un’altra esperienza da ricordare vissuta nella mia scuola.
Collage di temi della classe 3 C
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