Il 13 Gennaio 2014 presso palazzo Chigi in Roma, sono arrivate le dimissioni consensuali dell’ormai ex Presidente del Consiglio dei Ministri, il parlamentare di sinistra Enrico Letta. Il quarantasettenne di Pisa, arrivato nel palazzo di piazza Colonna, ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e hanno consensualmente deciso di cedere il testimone della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il Parlamentare, come ha spiegato in seguito ai giornalisti presenti, ha deciso di lasciare per impossibilità di adempiere ai propri doveri quale seconda carica della Repubblica, voci fatti nascere e circolare da Matteo Renzi, segretario del suo stesso partito, il Partito Democratico. Conclusa la riunione, molti italiani credono che sia proprio il fiorentino a prendere posto del presidente dimissionato, dato anche che il politico milanese Silvio Berlusconi (già 4 volte Presidente del Consiglio) non potrebbe più diventarlo, dato che dopo lo scandalo Ruby, l’alta corte di Giustizia ha deciso che non si potrà più candidare. In effetti, di lì a un giorno, Matteo Renzi ha accettato l’incarico della Presidenza del Consiglio lasciando il suo attuale da sindaco di Firenze, molto probabilmente, nelle mani del suo vice Nardella. Poco dopo la sua nomina, è arrivato a Roma per confrontarsi e discutere della situazione politica con il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e il presidente del Senato Pietro Grasso, poco dopo il ritorno nella sua Firenze per prendere parte al suo ultimo consiglio comunale da sindaco della città, un discorso commovente lo accompagna lo accompagna nella sua ultima seduta. Poi il ritorno nella capitale con il treno e arrivato a Termini il ritorno a Palazzo Chigi per un incontro con Napolitano.
Il pensiero di noi italiani è solo uno, Renzi è il terzo Presidente del Consiglio non eletto dal popolo, cioè scelto dal Governo; alcuni sono anche scettici, credono che Renzi sia troppo giovane e inesperto per prendere “possesso di quella poltrona”, dato che con i suoi 39 anni è il più giovane Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica italiana. Dopo il primo scetticismo segue un piccolo segno di ripresa, lo Spred è sceso a 190 punti base, il più basso dal 2006. Tutti noi speriamo e vogliamo che questo sia finalmente un Governo che darà garanzie perché questa è la nostra ultima possibilità di uscire dalla schiacciante crisi in cui ci stiamo trovando da ormai troppi anni.
Daniele Emili
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