Dal 19 al 24 Aprile, con i gruppi di catechismo della nostra Chiesa, siamo partiti per la Polonia. Ci siamo imbarcati all’aereoporto di Fiumicino e siamo atterrati a Varsavia. Da lì, dopo ben cinque ore di viaggio, siamo arrivati a Cracovia, dove erano situati i nostri appartamenti.
Prima di arrivare, però, abbiamo visitato Częstochowa e il santuario ove è collocato il quadro della Madonna Nera: sul volto della Vergine, all’altezza della guancia, è presente un taglio inferto dai colpi d’ascia di un soldato durante le guerre degli Ussiti.
Sia la sera del primo giorno che la mattina del secondo abbiamo passeggiato per Cracovia e abbiamo ammirato la statua di un drago. La leggenda narra che esso veniva usato per difendere il castello dai nemici e che un giorno, un uomo, gli diede dello zolfo: a causa di ciò, al drago, venne sete e bevve così tanti litri d’acqua che morì.
Il pomeriggio ci siamo recati all’acquapark al chiuso: questo sì che è stato il divertimento del viaggio! C’erano molti scivoli, la maggior parte di questi veloci. Pensate che c’erano persino il campo da pallanuoto e da basket e l’arrampicata sotto l’acqua!
Ma ora parliamo di cose serie: uno dei motivi per cui siamo partiti è la visita ad Auschwitz.
Auschwitz era inizialmente un campo di “lavoro”, trasformato poi in un campo di sterminio nel 1941. Nel settembre del 1939 la Germania ha conquistato tutta la Polonia e ha costruito il campo di concentramento di Auschwitz. All’entrata del campo c’è una scritta: Arbeit macht frei (in italiano, il lavoro rende liberi). Ovviamente era una presa in giro perché alle persone, anche se lavoravano, non sarebbe stata concessa la libertà.
Abbiamo visitato una stanza sulle cui pareti c’erano all’incirca 20.000 occhiali: è stata una cosa impressionante perché abbiamo pensato che quegli occhiali appartenevano solo ad una piccolissima percentuale delle vittime totali.
Su un’altra parete c’erano delle scarpe, che appartenevano sia ai ricchi che ai poveri: i nazisti, infatti, avevano prima deportato le persone abbienti e colte e successivamente quelle più povere.
La guida ci ha raccontato che i soldati annunciavano alle persone che sarebbero andate a lavorare, e che addirittura gli facevano pagare il biglietto del treno!
In un altro blocco erano stati espoosti oggetti di vita quotidiana: pettini, attrezzi per cucinare, specchi… a molti probabilmente queste cose non sono mai servite perché morti appena dopo l’arrivo.
Successivamente abbiamo visitato Birkenau, dove c’era una specie di stalla con dei “gabinetti”.
Dopo aver visto tutto ciò abbiamo concluso che ad Auschiwitz non sono morti degli uomini, ma è morto L’UOMO.
Il giorno seguente abbiamo visitato la maniera di sale di Wieliczka e siamo scesi di 327 metri: A PIEDI!!! All’interno abbiamo visto delle sculture fatte interamente di sale, come la testa di un re polacco. Nella miniera è situato anche un lago salato e mentre lo ammiravamo ci hanno fatto ascoltare una composizione di Schoepen. Nel 1978 la miniera è stata iscritta nella lista dell’UNESCO.
Il penultimo giorno abbiamo fatto un giro per la città di Zakopane dove abbiamo visto una casa al contrario. Inoltre, abbiamo potuto ammirare un meraviglioso paesaggio montano.
All’ora di pranzo abbiamo mangiato salsiccia locale e pesce del Vistola.
Verso le 18:00 ci siamo avviati alle terme: è stato molto rilassante!
L’ultimo giorno ci siamo alzati alle 4:00 per arrivare alle 9:00 a Varsavia, dove alle 11:00 ci attendeva il volo per tornare a Roma.
E’ stato un viaggio bellissimo che ci ha fatto crescere sia spritualmente che emotivamente, e grazie al quale abbiamo fatto tante nuove amicizie.
AUTORI
Luca Lorusso
Mattia Maddalena
Simone Del Vecchio
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