C’era una volta una bambina, nata il 12 luglio 1997, a cui piaceva molto andare a scuola. Si chiamava Malala. Malala abitava in un tranquillo villaggio del Pakistan. Un giorno, un gruppo di uomini armati chiamati talebani prese il controllo della valle, terrorizzando la gente con i loro fucili. I talebani proibirono alle bambine e alle ragazze di andare a scuola. Molte persone non erano d’accordo, ma per sicurezza preferirono tenere le loro figlie a casa.
Malala pensava che fosse ingiusto, e lo scrisse su un blog. Amava molto la scuola, perciò un giorno disse in TV. “L’istruzione è potere per le donne. I talebani stanno chiudendo le scuole femminili perché vogliono che le donne non abbiano potere”.
Qualche giorno dopo, Malala prese il suo scuolabus come al solito. A un tratto, però, due talebani fermarono l’autobus e gridarono :” Chi di voi è Malala ?”.
Quando le sue amiche la guardarono, gli uomini spararono e la colpirono alla testa.
Malala fu subito portata in ospedale e fortunatamente non morì. Migliaia di bambini e bambine le scrissero di guarire presto, e lei si riprese più in fretta di quanto si potesse immaginare.“Pensavano di farci tacere con dei proiettili, ma non ci sono riusciti” disse.
Nel 2014 Malala è stata la più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace.
“Prendiamo i nostri libri e le nostre penne. Sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
La sua frase più famosa è: “Quando tutto il mondo tace, anche una sola voce diventa potente.”
Tratto dal libro:
“Storie della buonanotte per bambine ribelli 100 vite di donne straordinarie.”
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