Tanti secoli fa, prima del nostro attuale calendario (detto gregoriano), gli antichi Romani utilizzavano il calendario di Romolo, composto da 304 giorni, ovvero 10 mesi: il primo dell’anno era marzo, mentre settembre, ottobre, novembre e dicembre si chiamavano così perché erano il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese. Nel 713 a.C., Numa Pompilio aggiunse, alla fine dell’anno, gennaio e febbraio, che era l’ultimo mese e a cui vennero assegnati 29 giorni. Poi arrivò Giulio Cesare, che inserì gli anni bisestili e cambiò il capodanno, spostandolo a gennaio. Successivamente si decise di dedicare ad Augusto il mese di sestile, che divenne “Agosto”, ma che aveva solo 30 giorni invece di 31, come il mese di luglio, dedicato a Giulio Cesare. Per dare uguale importanza ai due personaggi, si aggiunse un altro giorno ad agosto, rubandolo proprio al povero febbraio, che rimase così con soli 28 giorni.
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