Il colosseo era denominato dagli antichi romani “Anphitheatrum Flavlum”. L’edificazione avvenne nell’area occupata dall’enorme palazzo di Nerone, la Domus Aurea, costruita dopo il grande incendio di Roma del 64, che doveva essere una valle racchiusa tra i colli della Velia, Palatino, Celio, Oppio, e Fagutale ed era attraversata da un corso d’acqua che correva in direzione del Tevere, lungo un percorso che segue grosso modo l’attuale via di San Gregorio. Nelle vicinanze era presente una statua colossale di Nerone, dal quale la leggenda vuole che derivi il nome Colosseo. Dopo l’uccisione di questo imperatore la statua venne rimodellata per raffigurare “Sol” il dio del Sole, aggiungendo l’appropriata corona solare. Il Colosso venne quindi spostato dalla sua originale collocazione per far posto al tempio di Venere.
La struttura originale dell’Anfieteatro Flavio doveva essere molto particolare: per i regni di Vespasiano e di Domiziano sono note all’interno del Colosseo delle naumachie, cioè delle battaglie navali. Questo può significare che originariamente la pavimentazione del Colosseo doveva essere tale da consentire una grande portata d’acqua, magari proprio mantenendo l’originale stagno nato per la casa di Nerone. La grande platea di fondazione, a forma di corona ellittica, aveva uno spessore di tredici metri e al suo interno gli ingegneri romani ricavarono una serie di canalizzazioni per il deflusso delle acque piovane. Una volta costruito l’elevato del monumento, si procedette all’interramento delle aree circostanti fino a raggiungere il piano attuale della piazza che venne poi lastricato. I tavolati della vasta area dell’arena poggiavano su una serie di muri paralleli, nei quali vennero ricavati gli alloggiamenti degli ascensori che venivano utilizzati per trasportare le belve e i gladiatori. Ai sotterranei del Colosseo, illuminati dalle torce e dalle lampade ad olio, si accedeva attraverso quattro corridoi posti lungo gli assi dell’edificio, così che era possibile raggiungere questi ambienti anche con i carri. Il cripoto portico a nord collegava i sotterranei del Colosseo con il Ludus Magnus (la vicina caserma dei gladiatori), dove esistevano una serie di edifici di abitazione che si aprivano su un cortile con palestra scoperta di forma ellittica, un anfiteatro in miniatura. Dai sotterranei, presso il palco dove l’imperatore assisteva agli spettacoli, salgono alcune scalette, che consentivano il collegamento diretto con il palco imperiale. Da questo parte un altro corridoio ipogeo, illuminato da lucernari, che in origine aveva un rivestimento in marmo e la volta decorata con stucchi dipinti, tale corridoio era utilizzato dagli imperatori per accedere al Colosseo senza essere visti.
AUTORE:VALERIO TESTASECCA
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