Un tempo in India le persone erano divise in caste, cioè in cinque gruppi sociali: sacerdoti, guerrieri e nobili, artigiani e commercianti, sudra, servitori. Al di fuori di questi gruppi, nel gradino più basso della società, c’erano i dalit, disprezzati da tutti. Negli anni ’40 un grande induista, Gandhi, apostolo della non-violenza ottenne dal governo il divieto della divisione in caste. Gandhi aveva studiato legge in Inghilterra. Tornato in India, lottò per la libertà del suo popolo con il metodo della non-violenza. Invitò tutti ad amarsi, in nome della comune natura umana, superando divisioni di fede e di caste. Gandhi riservava un giorno della settimana al silenzio, che gli serviva per purificare l’anima e ritrovare la serenità interiore. Caratterizzato da uno spirito pacifico e altruista, compose molti scritti, tanti come il testo qui sotto:
“Sono un incorregibbile ottimista. Il mio ottimismo si fonda sulla mia convinzione che ogni individuo possa sviluppare la non-violenza.”
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