Dopo la decadenza dell’impero Romano anche la lingua che si usava in quel momento cioè il “Latino” andò scomparendo e si formarono nuove lingue neolatine o dette anche lingue romanze. Nel medioevo queste lingue sono chiamate volgari e nascono dalla mescolanza del latino e della lingua della zona in cui nascono queste lingue, a differenza del latino che è la lingua ufficiale della chiesa, prese sempre più spazio nella poesia. Nel 200′ possiamo trovare la poesia Religiosa, la poesia Comico-Realistica, la poesia d’amore e il Dolce Stil Novo. La differenza tra questi stili è che la poesia Religiosa esprime la fede verso Dio e loda il suo creato e ci mostra come dovremo comportarci e questo è rappresentato dal maggiore esponente della poesia Religiosa Francesco D’Assisi. La poesia Comico-Realistica che si diffuse in Toscana è tipica del mondo nobile e le sue caratteristiche sono l’amore come attrazione fisica, l’esaltazione del gioco nel suo aspetto più allegro, il bisogno di denaro e una continua lamentela di tutti i poeti e il maggiore esponente della poesia Comico-Realistica è Cecco Angiolieri , un uomo colto ma ironico e aggressivo contro il mondo come emerge nel suo sonetto più famoso “S’i’ Fosse FOCO…” Poi c’è la poesia D’amore dove non si parla più di fede o di protesta ma descrive i sentimenti e l’amore cortese come quella di un cavaliere per la sua dama. Con il tempo verso la metà del 1200 questa poesia sentì l’influsso della scuola siciliana e nasce così il Dolce Stil Novo che contava la donna nei suoi vari aspetti fisici e caratteriali mettendola al centro dei sonetti i poeti che meglio rappresentavano questo stile sono Guido Cavalcanti e Dante Alighieri conosciuto per “La Divina Commedia” ma nella sua “Vita Nuova” descrive il suo amore per Beatrice e la descrive in modo angelico e la ritroviamo come accompagnatrice di Dante nel paradiso. Poi fanno parte del Dolce Stil Novo anche Guido Guinizelli, Cino e Lapo Gianni. Se pure così diversi questi stili di poesia nascono dalla vita quotidiana dai sentimenti comuni a tutti questi poeti che siano d’amore o di lite.
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