La trota é un pesce d’acqua dolce e fa parte della famiglia dei salmoni e salmerini. Hanno un corpo allungato, rivestito di piccole squame con capo di forma conica e grande bocca. Presentano una pinna adiosa pinne centrali e pinna caudale. La livrea ovvero il colore della pelle cambia a seconda dell’ambiente in cui il pesce vive e dal tipo. La trota è un predatore molto vorace, la cui dieta è costituita da insetti, crostacei, pesci, rane e vermi. Nelle specie d’acqua dolce la riproduzione avviene durante i mesi invernali e la deposizione delle uova in ambienti con fondi ghiaiosi, la femmina depone le uova e il maschio ci si appoggia sopra e le feconda.
Esistono quattro tipi di trota:
La trota Fario è ła trota autoctona, che vuol dire originaria e tipica dei torrenti e fiumi delłe Alpi e dełle Prealpi e degli Appennini del versante nord; ma ormai si può trovare in tutta itali ma anche in altri paesi del mondo come il Giappone. Ha bisogno di acque fredde, turbinose e piene di ossigeno. Questa é la trota più vorace di tutte può essere lunga fino a 60 cm e può pesare anche 4 kg.
La trota Iridea originaria del versante pacifico del Nord America, è una specie ittica oggi diffusa in tutto il mondo e particolarmente apprezzata nella pesca sportiva come a tavola.
Conosciuta anche come trota salmonata o trota arcobaleno, ha una livrea dai colori suggestivi, che variano in base all’habitat, all’età e allo stadio riproduttivo. Il corpo è fusiforme, generalmente sul verde-blu o verde-giallastro con una striscia rosea laterale, il ventre bianco e il dorso e le pinne cosparse di piccole macchie nere. Trattandosi di un salmonide, le sue dimensioni si avvicinano molto a quelle del salmone comune; la trota iridea può infatti superare abbondantemente il metro in lunghezza e raggiungere i 24 chilogrammi di peso. Taglia e peso medi sono comunque notevoli: oscillano fra i 51 e i 76 centimetri e fra i 3 e i 4 chilogrammi. Sebbene preferisca i fiumi dalle acque correnti e pure, i torrenti e i laghi, in alcuni casi la trota iridea si allontana dalle sue acque dolci per seguire il corso dell’emissario fino al suo arrivo a mare. La trota iridea si ciba di insetti, crostacei e pesci di piccola taglia. Le sue popolazioni sono floride in tutto il mondo e non sono soggette a particolari status o protezioni. Tuttavia, in alcune delle zone in cui sono state introdotte vengono ormai considerate una specie parassita non indigena.
La trota Lacustre sarebbe pertanto una fario adattata alla vita lacustre, ma recenti indagini genetiche hanno evidenziato caratteristiche genomiche peculiari dei soggetti di tipo “lacustre” rispetto a quelle della trota fario e della trota marmorata. Accanto a questo scenario si fa avanti anche l’ipotesi sempre più accreditata che la trota lacustre, o almeno i soggetti originari dei grandi laghi prealpini, siano diretti discendenti della trota Marmorata (S. trutta marmoratus) e che oggi, per via dei massicci ripopolamenti con trote Fario, in grado di ibridarsi con la marmorata, non sia più possibile recuperare l’evidenza di tale origine.
La trota Marmorata è caratteristica ed esclusiva dei bacini fluviali adriatici subalpini italiani e sloveni. Il suo habitat è infatti limitato ai corsi d’acqua e ai bacini lacustri di grandi dimensioni (grandi laghi subalpini) che sfociano nel mare Adriatico e drenano il versante meridionale delle Alpi. Le caratteristiche più evidenti della trota marmorata riguardano la taglia e la livrea. La livrea della trota marmorata è caratterizzata da un’alternanza di macchie chiare e scure, irregolari e spesso fuse tra loro, che formano un disegno intricato definito “marmorizzatura”, da cui deriva il nome comune dell’animale. Essa risulta comunque fortemente influenzata sia dall’ambiente in cui vivono gli animali presi in considerazione sia dal periodo dell’anno. Si osservano infatti esemplari con striature di un grigio chiarissimo quasi bianco e altri di un marrone scuro quasi nero. Ogni fiume pare conservare un ceppo con caratteristiche morfologiche e di livrea leggermente diverse, anche se non significative. Questo pesce può raggiungere dimensioni ragguardevoli: l’esemplare più grande mai catturato in un corso d’acqua pesava poco meno di 25 kg. La forma migratrice, generalmente di sesso femminile, si sposta nei grandi laghi per la fase trofica dove può incontrare le condizioni ottimali per un rapido accrescimento (la cattura record è di un pesce di 33 kg nel Lago di Lugano). Le femmine migratrici si riproducono all’età di 4-5 anni ad una lunghezza media di 55-60cm. Possono riprodursi una sola volta nella vita oppure più volte. Manuel Perrulli 1B
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