In realtà parliamo di un semplice abitante del nostro giardino a Via Scartazzini. Il suo nome scientifico è: MANTIS RELIGIOSA.
Insetti di dimensioni assai varie (da 1 a 16 cm), cacciatori diurni, i mantoidei hanno una colorazione vivace con funzioni mimetiche o di richiamo, il capo mobilissimo dotato di occhi con una buona capacità visiva, il protorace molto slanciato e zampe specializzate per la cattura delle prede.
Noti soltanto dall’era cenozoica i Mantoidei comprendono oggi circa 1800 specie, diffuse soprattutto nelle regioni a clima caldo.
In Europa, oltre ad alcune specie a dimensioni più piccole, vive la mantide religiosa lunga fino a 7.5 cm e diffusa con un’elevata densità numerica soprattutto nei paesi che si affacciano nel Mediterranee. Si rinvengono nei luoghi caldi e aridi alla fine dell’estate.
Quando le zampe anteriori sono in posizione di “preghiera”, i femori vengono accostati alle lunghe coxe, che pendono liberamente, e le tibie sono ripiegate sui femori: i segmenti stretti gli uni agli altri, sono tenuti leggermente sollevati davanti al protorace.Femori e tibie sono muniti di spine disposte su due serie, e quando le tibie vengono ripiegate finiscono per venire a contatto tra di loro; inoltre terminano con un lungo uncino arcuato e molto appuntito. Quando ha adocchiato la preda la mantide lancia fulmineamente in avanti le coxe, allungando i femori e le tibie e dopo aver afferrato la vittima li ripiega come una tenaglia attorno al corpo di questa, mentre le spine le impediscono di fuggire. Il tutto avviene in circa un ventesimo di secondo.
Quando le zampe hanno ripreso la posizione iniziale di preghiera la preda viene a trovarsi proprio d’avanti alla bocca che la divora tranquillamente.
Tra le vittime di questi insetti oltre altri insetti, abbiamo anche piccoli vertebrati come lucertole, ranocchi, e giovani uccelli ma anche animali della loro stessa specie.
Questa forma di cannibalismo si esplica anche nei rapporti sessuali , per cui molti maschi vengono divorati dalla femmina durante l’accoppiamento, iniziando dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell’ accoppiamento.
Questo istinto uxoricida è collegato al loro grandissimo bisogno di proteine conseguente alla rapida produzione di uova, mentre per quello che riguarda il maschio dopo avere fecondato la femmina il suo compito nei riguardi della specie è finito e quindi la sua vita può cessare.
Le femmine proteggono le uova ponendole in ooteche costruite appositamente: queste hanno un aspetto schiumoso e una forma diversa da specie a specie.
In particolare hanno la parte inferiore appiattita, la superiore convessa come uno scudo e possono contenere fino a 200 uova; ogni femmina può deporre parecchie ooteche.
Le uova si schiudono in primavera: già dalla prima muta i piccoli appaiono dotati di zampe raptatorie e ben presto si diffondono su un ampio territorio che impedisce il contatto diretto tra individui e il conseguente fratricidio.
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